nei cuori veritieri imperia... /Imperia: mendicante romeno viene soccorso dalla Polizia e come ringraziamento scalcia gli agenti




nei cuori veritieri imperia...


e mentre si raccolgono appelli e blog rischiano la chiusura vedi post precedente..  SAVE SERVELLU BLOG DI DARIO DESIGLIOLI  e il ciapettu dilaga ....

nei cuori imperiesi.. diventa insolita verità.. raccontare le bugie...




perchè verità donano il mangiare alle persone povere...

perchè ci si appende nelle sciocchezze...

daje talpa e orologio...




noi siamo anime di verità appese... e talpe che scavano la loro verità

noi siamo giustizie o bugie di interesse

salvare i nostri cuori.. salvare i cuori di un futuro certo






grande talpa e orologio ieri... sostenere i più deboli sempre...


mai arretrare... mai arrendersi....





tifare sempre per rari nantes imperia..

sempre... e comunque....

e credere nella speranza di essere grandi....

cuori veritieri...

mai cuori bugiardi.. o che nascondono la verità...

dimenticando..

daje RARI NANTES

daje sampdoria..




era il 2012 ma ci deve essere il diritto agli spazi liberi...   2015  .. chi vuole la diversità.... vuole una società in prigione...

SAVE LIBERTà DI ESPRESSIONE..

NASCITA: Il sito produttivo che ha ospitato il Colorificio Toscano (via Montelungo/angolo viale delle Cascine) fino al 2008, oggi di proprietà della multinazionale J Colors, con sede a Lainate (MI), prende vita, per iniziativa del chimico inglese Alfred Houlston Morgan, nel 1924. La scelta della localizzazione è favorita dalla vicinanza della linea ferroviaria e dalla via Aurelia. Simbolo dell’azienda è un tigrotto.
SVILUPPO INDUSTRIALE: Dopo un primo sviluppo nel periodo fascista, durante la seconda guerra mondiale la fabbrica è requisita per i sospetti che circondano i proprietari stranieri, originari di paesi nemici dell’alleanza italo-tedesca. Lo stabilimento passa indenne i bombardamenti subiti dalla città e nel dopoguerra la produzione conosce la massima espansione. Sin dai tardi anni ’40, intanto, il Colorificio Toscano diviene uno dei centri delle lotte operaie pisane, appoggiate dal PCI e dalla CGIL. Tra gli anni ’50 e ’60, la storia della fabbrica s’inserisce nella più generale vicenda del sistema produttivo pisano, che da un lato gode dei benefici del “boom economico”, ma dall’altro vede i primi segnali della precoce deindustrializzazione che affliggerà la città dai tardi anni ’60. Agli inizi degli anni ’70, il Colorificio Toscano occupava ancora 200 lavoratori circa e l’area dove sorgeva rappresentava il terzo polo industriale del territorio comunale. [...]
DECLINO: La crisi industriale non risparmia una tra le medie aziende più antiche della città: a fronte di investimenti effettuati nelle linee produttive, rese completamente automatizzate negli anni ’80 (fu uno dei primi stabilimenti in Europa nel settore delle vernici), la fabbrica all’avanguardia non resiste al nuovo ciclo economico degli anni ’90, e all’acquisto, alla metà del decennio, da parte della multinazionale J Colors, controllata dal gruppo Junghanns.
CHIUSURA: Secondo una strategia industriale portata avanti su scala nazionale, J Colors acquista l’azienda per impadronirsi anzitutto di un marchio storico e conosciuto. Alla multinazionale non interessa sostenere il lavoro sul territorio, ma semplicemente poter usare il marchio “Toscano”, particolarmente attrattivo sui mercati internazionali. Il segnale è dato subito, con il licenziamento di una ventina di lavoratori e il passaggio dalla produzione delle vernici ad acqua a quelle in polvere, più dannose per chi vi sta a contatto. Il personale subisce un’ulteriore e drastica diminuzione. La produzione cessa sostanzialmente nel 2005, quando la fabbrica conta una ventina di lavoratori appena, dopo l’insuccesso, all’inizio del decennio, della trattativa tra Comune e J Colors per un’improbabile permuta del sito con un altro in zona Ospedaletto, in cambio del permesso a rendere edificabile per fini residenziali parte dell’area attuale – soluzione duramente contestata da lavoratori e sindacati. Così, il Colorificio Toscano viene trasformato in magazzino e a inizio 2009, una volta sotto i 15 impiegati, in assenza delle tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, viene definitivamente chiuso al termine di una tesa vertenza con la proprietà.
PROSPETTIVE ATTUALI: L’area che un tempo ospitava il Colorificio Toscano rimane vuota e in uno stato di degrado, senza che nessun intervento di recupero sia programmato, né per riattivare forme di produzione (una prospettiva resa oggi ancora più difficile dalla crisi), né per procedere all’ennesima operazione di carattere speculativo con finalità residenziali, come avvenuto in altre aree della città di Pisa (anch’essa una prospettiva di nessuna convenienza economica, dato l’attuale crollo del mercato delle case). In vendita dal 2008, con un valore catastale di 3 milioni di euro, ad oggi nessun acquirente si è fatto avanti neppure per avere notizie di un’area destinata così a giacere ancora a lungo nelle attuali condizioni di abbandono.

STORIA E CHIUSURA DELL'EX COLORIFICIO TOSCANO ...


SE LA VERITà OFFENDE.. LE BUGIE RENDONO .. UOMINI BUGIARDI... 

SIATE UOMINI... NON PERSONE DI INTERESSE... 

DONATE SPAZI E DONATE LIBERTà... A CHI VUOL SOLO ESSERE UOMO LIBERO---



CHI CHIUDE SBAGLIA......


notizie imperia



Imperia: mendicante romeno viene soccorso dalla Polizia e come ringraziamento scalcia gli agenti




Un cittadino romeno di 41 anni, C.E., è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante della Questura di Imperia, con l’accusa di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale oltre che per danneggiamento aggravato.






" SI CAPISCA CHI REAGISCE SEMPRE.. SIATE UMANI NON ALTRO....."





diritto a migrare

sempre

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