Maroni analizza la difficile situazione dei migranti a Ventimiglia/daje scoppa talpa e orologio/Migranti, sui camion per Calais in attesa del muro inglese

Maroni analizza la difficile situazione dei migranti a Ventimiglia



fermarli alla partenza? si deve?  campi profughi la? in mezzo alle guerre... mito maroni.....




i pericolosi criminali eccoli eccoli



diritto di parola ci deve essere... e democrazia... 

essi mi chiedevo mentre aspettavo ... 

cosa è la democrazia... cosa il diritto ad esprimere idee... poi vedo 




CALAIS - "Fin qui tutto bene". Julien guarda il contachilometri, ne mancano meno di due al traguardo. Rallenta, controlla lo specchietto retrovisore. "Spesso i migranti passano da dietro". Sul rettilineo, il traffico scorre. Potrebbe sembrare un'autostrada come le altre, se non fosse per le recinzioni con filo spinato intorno. All'improvviso, Julien vede davanti a sé una colonna immobile di tir. Un gruppo di profughi ha bruciato due bidoni piazzati in mezzo alla carreggiata. Sono le 11 di mattina. "Prima invadevano l'autostrada solo di notte, ora non temono più nulla" commenta l'autista, 29 anni, dipendente dell'impresa di trasporto internazionale Deroo. Julien Wysoscki fa il camionista dal 2006, ma sta pensando di smettere. "Ogni volta che mi siedo al volante, ho paura" confessa mentre si sentono i botti dei lacrimogeni. La polizia disperde i migranti dalla strada, si vedono correre nei campi, verso la Giungla, la gigantesca baraccopoli a poche centinaia di metri. Da qualche settimana tra i profughi si è sparsa la voce dell'imminente evacuazione ordinata dal governo, e molti fanno gesti sempre più disperati.

L'A16 che collega Calais alla zona portuale è diventata una sorta di canyon in cui si svolge quotidianamente un assalto alla diligenza. Piccoli gruppi di profughi bloccano la circolazione mettendo tronchi d'alberi sradicati sulla carreggiata, lanciando sassi, accendendo falò. Tentano così di introdursi dentro al vano merci degli autocarri in direzione del Regno Unito. Julien rimane fermo nell'abitacolo. Prega che nessuno si avvicini al suo camion: un telonato, il più facile da attaccare. "A loro basta tagliare la tela, e nascondersi tra la merce". Di solito sono accompagnati da qualche trafficante. "Lo riconosci dal fatto che ha il volto coperto, ed è l'unico che non sale a bordo. Spesso portano anche di che ricucire la tela". Quando sono tir furgonati, più difficili da aprire, si infilano tra cabina e vano merci, o addirittura si aggrappano da sotto alle assi del telaio.

Dall'inizio dell'anno sono morti 11 migranti a Calais, otto investiti sulla strada o caduti dai camion. Molti autisti assistono impotenti a queste scene. "Per la nostra sicurezza, è vietato uscire dall'abitacolo". La settimana scorsa Julien ha tentato di fare retromarcia. Uno dei suoi "passeggeri" l'ha minacciato con un bastone, rompendo un finestrino del suo Volvo. "Voleva che proseguissi verso il porto". Una volta arrivato alla polizia di frontiera l'autista ha segnalato la presenza di migranti a bordo. Erano saliti in sei nel suo autocarro. La ditta per la quale lavora trasporta imballaggi per alimenti. "La mercanzia era da buttare - racconta - avevano distrutto tutto".

I controlli nella zona portuale fanno spavento. Julien deve passare sotto a giganteschi scanner che frugano nella pancia del suo tir. Spesso c'è anche la bonifica con rivelatori di battito cardiaco e Co2. "Neanche così puoi stare tranquillo" spiega l'autista. Un collega di Julien aveva chiesto l'intervento degli agenti per far scendere i migranti saliti sul tratto dell'A16. Il camion era stato ispezionato nel porto, otto persone tirate fuori dagli agenti. Ma a Dover le autorità britanniche hanno scoperto altri tre intrusi. Erano riusciti a eludere i controlli supertecnologici di Calais. "Il mio collega ha avuto una multa di 2800 euro, anche se non aveva nessuna colpa". Forse però qualche camionista si fa pagare dai trafficanti per caricare illegalmente migranti? "Non è escluso, ma sono piuttosto quelli che vengono dall'Est" risponde Julien. "Per i francesi i rischi sono troppo alti, si può finire in prigione".

Cinque giorni fa, Julien era a manifestare insieme alla federazione regionale degli autotrasportatori che ha bloccato l'A16 per denunciare l'insicurezza. Sul cruscotto l'autista ha una bandiera della Francia. "Ma qui sembra che non esistano più lo Stato, la legge" osserva. Il governo di Londra ha annunciato che finanzierà una nuova recinzione lunga due chilometri e alta quattro metri lungo la A16. "La costruzione di nuovi muri non farà altro che spostare il problema" commenta Julien. Molte ditte di autotrasporto vietano ai propri autisti di fermarsi a dormire in piazzole nella regione e in tutto il tratto autostradale che va da Parigi a Calais. Il rischio di intrusioni nei tir si è ormai esteso a un perimetro sempre più largo. "Conosco persino colleghi che hanno avuto problemi venendo dalla Spagna o dall'Italia".

Julien è nato a Saint-Omer, a una quarantina di chilometri da Calais. La sua terra è diventata tristemente famosa per la Giungla, ma cerca di rimanere lucido. "Li capisco" dice riferendosi ai migranti. "Spesso hanno fatto viaggi lunghissimi, non vogliono arrendersi a qualche passo dalla meta" osserva l'autista. Suo padre, 59 anni, continua a fare l'autotrasportatore ma è molto meno paziente. "Se gli toccano il camion reagisce, diventa pazzo - racconta - Temo che possa trovarsi in qualche brutta situazione". Ogni settimana Julien fa tre viaggi per l'Inghilterra. Stipendio: 1700 euro al mese. "Stai fuori tutta la settimana, guidi anche per quindici ore al giorno. Ma io ho la passione". Poi si corregge: "L'avevo. Ora vorrei cambiare, ma non saprei che altro lavoro fare". Ieri sera ha dormito a Manchester, davanti a una zona industriale, in attesa di caricare all'alba la nuova merce. Nella cabina ha un letto reclinabile, un frigorifero, un fornello con cui cucinarsi qualcosa. Le condizioni di lavoro sono migliorate rispetto a qualche decennio fa. Si viaggia con il Gps, il telefono in vivavoce, la televisione accesa. "È sempre un mestiere duro, ma hai più comodità" riassume Julien. Sua moglie vuole essere chiamata appena ha superato la zona del porto. "Anche lei è in ansia per me". Julien è cresciuto dentro a un camion. Suo padre lavorava sul trasporto verso
l'Italia e da piccolo lo portava con sé. "Mi ricordo di Milano perché c'era un ristorantino dove andavamo sempre". Julien sa che non potrà fare la stessa cosa con suo figlio, almeno fino a quando avrà l'impressione di lavorare in un brutto Western.

" e mi chiedo se maroni a mai migrato... o e mai stato in una zona di guerra nella sua vita.. parlare di hotspot nelle zone di guerra... che idea moderna...





7 settembre

un mese fà..... 


e save the brixton


e forza mentone mai più morti...



Dai 60 ai 150 migranti al giorno tentano di attraversare il confine italo-francese della Valle Roya



Nizza. Ormai anche i valichi di frontiera dell’entroterra sono utilizzati dai migranti che dall’Italia cercano di raggiungere la Francia. In un’inchiesta del giornale “Le Figaro” si parla di questo fenomeno, dove il procuratore della Repubblica di Nizza dice che il 30% degli arresti dei migranti clandestini avvengono nelle stazioni ferroviarie o sull’autostrada e allora i migranti e chi lucra su di loro cercano passaggi alternativi.

"penso abbiano diritto ad migrare... vorrei che la gente lo capisse... 




la gente deve manifestare..


la gente deve essere libera di farlo


ma non esiste il io io io...

esiste il noi...


questo ho imparato dai migranti... di ventimiglia 

degli scogli...

il noi...






save arci brixton forza il 12 settembre forza forza.....

e il noi che conta...

Sabato 10 al 18.30 al Guernica CAPPUCCETTO ROCK, spettacolo di pupazzi per bambini

CappuccettoRockSabato 10 alle ore 18.30 al Guernica tornano gli spettacoli per i bambini conCAPPUCCETTO ROCK.
Segue la cena alle 19.30. La cena serve per finanziare l’iniziativa e costa 12 euro, partecipate e prenotatevi al 331.11.43.004.
Antipasti
Sandwich di patate con scamorza e prosciutto crudo
Bruschetta formaggio di capra e uva
Rotolini di tacchino farciti con stracchino e olive
Primo
Pasta con l’uva e pancetta per i grandi
Secondo
Bocconcini di pollo e patate per i bimbi
Dolce
Crostata ricotta e pere
La più famosa e conosciuta fiaba Europea viene presentata con un vestito nuovo, utilizzando come leitmotiv brani che hanno segnato la musica Rock.
I pupazzi daranno vita così ad una divertente versione Rock volta a far conoscere alle nuove generazioni la musica che ascoltavano la maggior parte dei loro padri, o a volte nonni, senza trascurare momenti di riflessione legati al rispetto della natura, al valore dell’amicizia e all’autostima fondamentale per una sana crescita interiore.
Adatto per i bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni per un ora di puro divertimento. E che la Fiaba cominci….


e forza arci guernica e forza arci camalli.... daje andate a magna di nuovo a mezzogiorno al arci camalli si mangia bene si spende poco





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