c'è
sono
che vaga nei pensieri del ignoranza,
imprigionato nella code dei supermercati
solitudine che vogliamo noi,
in mezzo alla società del non saluto,
qui dove governa l’eterna fretta.
sono una mimosa appassit
che rinasce solo per la vostra festa,
una festa che perde la testa
e diventa una cosa triste,
piena di spogliarelli maschilisti.
sono un pallavolista senza pallone
seduto su una sedia a rotelle,
che lotta contro intolleranza.
sono un cuore che si raffredda,
pieno di rancori e di odio
senza saper mai perdonare,
gli errori del suo passato.
sono una giornata eternamente storta
per chi vive in quel paese chiamato povertà.
sono una strada sterrata
piena di intoppi, piena di tasse
sono un alpinista senza montagne
seduto eternamente nei suoi sogni
voi siete immezzo a queste cose immezzo a questi delitti, in kosovo le nostre cose importanti ,per loro son cose inutili, per loro conta solo essere ancora vivi, essere ancora li ed poter raccontare la loro lenta ripresa, sapete chwe mi ha stupito del kosovo le case che costruivano, le faccie che non erano rassegnate il nostro progetto, serve anche a questo serve a far crescere i bambini, ad restituirgli un infanzia, e poi sapete, alla fine saranno loro ad ringranzirvi
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