IMPERIA Attentati a Ponente, la matrice è mafiosa/IL SOGNO SOGNA ALLE 14.12 DI OGGI 4 GENNAIO 2012
Bordighera - Attentati a Ponente, era mafia. Ad aggiungere un carico da novanta alle accuse che lo scorso settembre hanno già portato in carcere il clan Pellegrino, infatti, sono ora anche la Direzione distrettuale antimafia di Genova che ha contestato a ben sette persone l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, e il gip Franca Borzone, che sulla base di pesanti elementi ha firmato nuove ordinanze di custodia cautelare, quasi tutte notificate a persone già in carcere.
Il giudice genovese ha scritto un dettagliato provvedimento e ha messo nero su bianco un’accusa che pesa come una sentenza: «Non pare dubbio che i Pellegrino –scrive il gip - si muovevano in un contesto di mafiosità e adoperavano metodi che ben possono definirsi mafiosi».
I nuovi provvedimenti, collegati all’inchiesta dei carabinieri della Procura di Sanremo e del reparto provinciale operativo dell’Arma coordinato dal maggiore Cambieri, hanno raggiunto Roberto e Giovanni Pellegrino, di 35 e 42 anni di Bordighera; Simone Calvini, 38 anni e Daniele Valsecchi di Coldirodi e Giuliano Manzo, di Vercelli, tutti già in carcere con accuse che vanno dall’estorsione agli attentati dolosi e al traffico di droga e armi. L’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa è poi stata contestata anche alla moglie di Calvini, Lara Gambacorta, rimasta però agli arresti domiciliari.
L’inchiesta che li ha portati in carcere già lo scorso primo settembre, coordinata dal procuratore di Sanremo Roberto Cavallone, culminata con la scoperta degli autori materiali dell’attentato incendiario contro il bar Central Park all’interno del centro commerciale di Taggia, aveva preso il via sulla scia dell’escalation di attentati incendiari che nel 2011 hanno colpito il Ponente Ligure. Ed in particolare i mezzi della ditta edile Tesorini, andati in fiamme nei cantieri di Bordighera e Sanremo. A dare un’accelerata all’inchiesta è stata poi però anche la collaborazione di un “pentito”, Stefano Bonomo. Ma la svolta fondamentale si è avuta proprio nel corso del fallito attentato al Central Parck. Quando, nel corso delle indagini, effettuate anche con intercettazioni ambientali e telefoniche, decine di carabinieri hanno riconosciuto Simone Calvini, Daniele Valsecchi e Giuliano Manzo: sorpresi e filmati con le mani sulle taniche di benzina, con la quale hanno appiccato il fuoco al locale di Pino Amedei, detto il “cobra”.
Già subito dopo aver chiuso il cerchio dell’inchiesta il procuratore Cavallone aveva mandato tutto il fascicolo alla Dda di Genova ipotizzando il reato di associazione mafiosa. Il resto è cronaca di queste ore. La procura antimafia ha dato ragione alla procura di Sanremo e ai carabinieri e sostenuto la nuova pesantissima aggravante. Il clan, ha infine rimarcato il giudice, ha agito «con metodi e sistemi mafiosi».
E’ una svolta significativa e determinante. Perché ovviamente un conto è percepire certi reati come mafiosi, un altro è che a sostenerlo sia prima la procura che si occupa espressamente di reati di mafia ed infine un giudice terzo, che sulla base degli elementi ha firmato le nuove ordinanze di custodia cautelare.
ESSI LA MAFIA C'è ESISTE ..... E SA COLPIRE
SE I SOGNI SON CASINI
I SERVI DELLE PADRONE
SOGNANO LIBERTà DAI LORO PROBLEMI
I MAFIOSI HAN GIà UN PONENTE MORENTE
E SE LO GIOCANO CON IL CALCIO E LA DROGA
ILLUSIONI DEI CORTEI OVE IL CORAGGIO DURA SOLO 4 ORE
LA ROUTINE SERVE PER DISTRARTI
FUMI IN UFFICIO E DISTRATTAMENTE
HAI CATENE DA SERVO
PURE TE
LE TUE DECISIONI SON GIà PRESE
TU METTI DISCHI
TU FAI FOTO
TU AMMAZZI IDEE SOGNANTI
IRRIDI IL BALZELLO
CHE è CORAGGIO
DI UN STRISCIONE
CORAGGIO
CITTADINO
DI RIBELIONE
INDIFFERENZA
E SERATE DJ
DI VENERDI
APERITIVI E APERITIVI
MAFIE E SOMMINISTRAZIONI DI ILLUSIONI
QUEI PASSETTINI
CHE SOLO QUI SI FAN
SOGNIAMO LA LEGALITà ORA ADESSO
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